Ciao a tutti ragas.. Come andiamo?! I giorni qua passano davvero alla svelta! Tra una cosa e l’altra non sento piu’ il tempo che scorre. Mesi mi sembrano settimane, settimane mi sembrano pochi giorni e giornate mi sembrano ore: senza accorgemene, sono quasi andati questi 9 mesi che fino ad una anno fa me li immaginavo interminabili e paragonabili ad una vita!
In ogni modo la settimana scorsa come avevo citato nell’ultimo articolo gli Alles mi sono venuti a trovare qua a San Diego. E’ stata una settimana davvero piacevole quella che ho trascorso con loro, anche se sono sicuro di non aver comunque assecondato leaspettative che si erano fatti della California. Secondo me, come io avevo fatto prima di venire qui, si erano fatti dei mega viaggioni del tipo socievoli biondone tutte curve sulla spiaggia, Party esagerati in ville tipo American Party, neri incazzati dai collanoni enormi che salgano sul bus con la radio sulla spalla con il cappellino alla Giovanotti o roba del genere ma non e’ proprio cosi’ che si presenta “the nicest state od USA”.
Ovviamente, tutto dipende da quali sono le tue aspettative ma i castelli di sabbia troppo alti normalmente vengono giu’ facilmente. In ogni modo, secondo me, tutto sommato e’ stata una gran bella esperienza.
I primi cinque giorni sono stati prevalentemente dedicati allo shopping girando per outlet in lungo ed in largo per tutta San Diego, mentre gli ultimi due giorni li abbiamo dedicati a girare in macchina.. e con che macchina. Finalmente ho avuto la possibilita’ di stare sopra una Mustang: che roba!!!
A san Diego come poi penso in tutti gli Stati Uniti la macchina e prossoche’ necessaria. Se devi basare i tuoi piani sui trasporti pubblici non ti passa proprio niente. In quei due ultimi giorni ho davvero realizzato quanto grande fosse la differenza. In una giornata con la macchina, fai piu’ cose che in cinque con il bus. Per Chicago vedro’ di trovare una soluzione se sara’ possibile per esempio comprare una macchina usata ed in fine rivenderla una volta finita l’esperienza.
In ogni modo ecco qua alcune foto di questa settimana trascorsa con gli Alles:
Yesterday night during the poker game. Both the players (Bedo and Orkun) were All-in:
After the FLOP
After the TURN
After the RIVER
Orkun won with Straight Flash that is really difficult hand to draw. The amazing part of the story, is that the last weekend the same guy drawn another Straight flash. I have played for more than 6 months and I’ve never drawn one SF. Following, the pictures of yesterday and the weekend before yesterday…
Ciao ragazzi.. come andiamo?! Mi sembra che tra una cosa e l’altra la maggior parte di voi siano ricoperti d’esami. Qua sento parecchio le vostre assenze. Ormai le persone che si fanno sentire sono solo 3 ma va bene cosi. L’universita’ ha la sua priorita’.
Tra una cosa e l’altra qua le cose vanno piuttosto bene.. ultimamente ho addirittura la fortuna di avere le giornate piene senza quei seccanti buchi di noia assoluta. Devo inoltre dire che sono eccitato considerando che tra un paio di giorni Mahanna e Frost mi vengono a trovare per una settimana e loro sarebbero i primi italiani che rivedo dopo 7 mesi: ci sta’!! Stamattina ho letto e risposto ad una mail di Frost dove mi chiedeva che tempo c’era e che vestiti portare facendomi sentire il loro arrivo ancora piu’ vicino. Vi attendo con impazienza ragas.. =)
Comunque, cercando di non perdere il filo del discorso, ieri sera sono andato alla mia prima partita di Baseball.
Io, Marco (Svizzero-Tedesco, uno dei Poker’s friend) e Stefan (Svizzero-Tedesco, un amico di Marco) ci siano incontrati alle 6 allo stadio insieme ad altri ragazzi della Kaplan tra cui Bedo.
Guardate, devo premettere che non e’ uno sport cosi’ eccitante ma d’altra parte non e’ neache cosi’ male. Una normale partita va dalle 3 alle 5 ore di gioco quindi, come si puo’ immaginare e’ uno di quegli sport dai ritmi lenti. Una partita e’ composta da 9 inning (20-25 minuti l’uno) ma se alla fine della partita le due squadre sono pari allora si procede con gli Inning supplementari. Fortunatamente siamo arrivati alla fine del 9′ inning in vantaggio, evitando cosi’ i supplementari.
Sfortunatamente non ci sono mai state palle galattiche fuori dallo stadio o robe spettacolari ma non avrei mai immaginato che l’80% delle palle provate a colpire dall’hitter vanno tutte verso gli spettatori. No davvero, probabilmente e’ stato piu’ eccitante guardare i matti che si uccidevano a vicenda per raccattare palle da baseball, che osservare il gioco procedere. Beh, probabilmente l’avrei fatto anche io, ma vedere gli altri e’ stato davvero divertente.. hahahaha.
Ecco alcune foto dell’evento:
Per oggi e tutti.
Alla prossima!
April 8th, 2009 |
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CowParade, a public art exhibit of painted fiberglass cows, is coming to the region next year, organizers announced yesterday.
CowParades have become an international phenomenon in the past decade since starting in Chicago in 1999. The whimsical exhibits have since been staged in New York, London and Paris, and auctions of the artwork have raised more than $25 million for charities worldwide.
Currently, CowParade Lala Tijuana 2008, is taking place across the border.
Plans for CowParade San Diego were unveiled at Liberty Station in Point Loma, where developer Corky McMillin Cos. has donated buildings to be used as an artist laboratory and warehouse for the project.
CowParade San Diego expects to exhibit 200 life-size fiberglass cows in prominent public spaces – such as trolley stations, Balboa Park and the San Diego County Administration Center – from Jan. 3 to March 31.
A cattle call is being put out to artists in the San Diego and Tijuana region to work on the project. Individuals and businesses can sponsor a cow, and each artist whose design is selected will be provided with a blank cow and $1,000 upon completion.
The top 50 cows will be auctioned at the end of the exhibit to raise money for Rady Children’s Hospital, the Zoological Society of San Diego and Balboa Park Cultural Partnership. The auction is expected to raise hundreds of thousands of dollars.
“We will do everything we can to milk CowParade for as many philanthropic dollars as we can,” Mayor Jerry Sanders quipped at a news conference announcing the project, where milk and cookies were served.
Not all public art fundraising projects have been successful. For example, a plan to install 40 individually decorated Garfield cat statues along Old Highway 101 fizzled last year because of a lack of sponsors.
But CowParade has received enthusiastic response from artists in town.
Perry Vasquez, an artist who teaches at Southwestern Community College, said he was drawn to participate in CowParade after finding out that some of his cultural heroes, such as director David Lynch and former Czech President Vaclav Havel have created CowParade artworks.
“I thought this is more than a frothy pop-art project. There have been some serious minds who have been involved. If they can do it, I can do it,” Vasquez said.
To create his design, Vasquez has been thinking about the cultural significance of cows in Greece, Scandinavia, India and other nations. He’s also been dwelling on the contemporary issues tied to cows, such as slaughterhouse ethics.
Organizers say that cows are a good fit for a public art project because they are nonthreatening and recognizable. Their body shapes also happen to make a good canvas. The fiberglass forms used for the exhibit are modeled after Swiss dairy cows.
[Tratto da UNION-TRIBUNE STAFF WRITER By Helen Ga]
In due parole, quest’articolo del 2008 preannuciava una parata di 200 mucche a San Diego che sarebbe cominciata il 3 gennaio e finita 31 marzo 2009. Questo progetto e’ gia’ stato sviluppato in diverse citta’ come New York, Londra e Parigi che negli anni passati ha raccolto piu di 25 milioni di dollari.
Nel 2008 questa sfilata stava prendendo luogo a TIjuana, citta’ di confine tra California e Mexico.
I fondi che saranno raccolti saranno donati all’ospedale Rady Children’s, alla societa’ zoologica di San Diego e al Balboa Park Cultural Partnership.
Chiunque puo’ sponsorizzare una mucca. Questa sara’ consegnata ad un’artista della citta’ che provvedera’ a pitturarla per poi quindi essere ricompensato al termine con 1000 dollari. Alla fine della sfilata, saranno selezionate 50 mucche che saranno vendute all’asta al fine di raccogliere fondi destinati a progetto.
E finalmente queste 200 mucche sono arrivate a San Diego piu’ colorate che mai. Non puoi girare l’angolo senza trovarne una…
Ovviamente non sono stato li a fotografarvele tutte 200, ma ve ne ho “portate” un po’ per farmi assaporare la pazza atmosfera che ha invaso la citta’ in questi ultimi 2 mesi. Queste sono quelle vicine alla mia scuola in la Jolla.
Ciao a tutti ragazzuoli e ragazzuole.. come andiamo?! Io, come al solito, tutto alla grande ed ormai mi tocca contare alla rovescia il tempo ormai rimasto.
Ed ecco finalmente che il caro Francesco Meli si e’ finalmente deciso di raccontare qualcosa per quanto riguarda il viaggetto a Las Vegas. Mi ero ripromesso, quando ero ancora la, di scrivere qualcosa subito dopo essere tornato a casa, per ricordare e quindi raccontarvi la maggior parte delle cose che erano accadute, ma come poteva essere prevedibile non ho mantenuto la parola mettendomi a scrivere qualcosa solo adesso (quasi due settimane dopo).
Tutto e’ cominciato un giorno durante la pausa pranzo dove mi e’ venuta la brillante idea di visitare Las Vegas, essendo davvero eccitato per quanto riguarda il gioco d’azzardo, quindi super gasato e convinto, mi sono deciso e ho chiesto ai ragazzi con cui passo i venerdi’ sera a giocando a poker, se a loro sarebbe piaciuto venire. Alla fine, di cinque persone, solo Bedo ha deciso di venire con me, quindi ora il problema era di trovare altre due persone con le quali dividere eventuali prezzi di macchina, hotel e quant’altro.
Appena arrivato a casa, ho chiesto alla mia rommate Elif se volesse venire con noi e lei super eccitata dal mio invito, ha subito considerato positivamente l’idea di venire e si e’ subito presa il compito di trovare la quarta persona, sospendendomi dall’incarico “trovare il minimo numero di persone per partire”.
Quindi alla fine i compagni di viaggio erano Bedo (Turco), Elif (Germano-Turca) e la compagna di classe di Elif, Patricia (Germano-Svizzera).
Dopo esserci trovati il Old Town, e quindi aver fatto colazione insieme in Starbucks, ci siamo recati al noleggio auto verso le otto di mattina, per dover poi aspettare una simpaticissima ora e mezza dovendo aspettare che i meccanici ci cambiassero i pneumatici e ci lavassero la macchina: che servizio eh?!?!.
Essendo la maggior parte del tragitto deserto (280 miglia su 339 ossia 450 Km su 546), abbiamo deciso di impiegare il nostro preziosissimo tempo dormendo. Per quell’unica ora che sono rimasto sveglio, ho scoperto che Bedo e’ una di quelle persone che si distinguono parecchio per il modo di pensare. Abbiamo cominciato a parlare di filosofia e abbiamo concluso discutendo delle trasformazioni culturali causate dalla globalizzazione. Dimmi tu se non era meglio trattare qualcosa piu’ leggero. In ogni modo e’ stato un viaggio tutt’altro che noioso.
Arrivati in DownTown, abbiamo passato quella buona mezzoretta cercando l’hotel Plaza. Le abbiamo provate tutte: abbiamo addirittura provato a cercare un McDonald con la connessione wireless, ma ovviamente in Nevada le connessioni devono essere tutte a pagamento. Quindi dopo aver chiesto piu’ o meno a 2500 persone l’ubicazione dell’hotel senza sucesso, abbiamo trovato la 2501° che ci ha saputo spiegare la strada.
Siamo arrivati all’hotel e mi sono stupito di quanto la nostra decisione di scegliere l’hotel Plaza fosse stata azzeccata: eravamo esattamente di fronte a Fremont Street, che e’ la via principale in DownTown dove si concentrano dozzine e dozzine di Casino.
Dopo essere entrati ed aver pagato il conto dell’hotel, ci siamo recati alla camera per darci una rinfrescata, dopodiche’ siamo scesi per dare un’occhiata dove eravamo finiti.
Bedo e’ stato il primo a giocare, vicendo 20$ a BlackJack. Io sono stato il primo ad uscire dal Casino data la “security” che mi pressava essendo minorenne: Per chi non lo sapesse, a Las Vegas puoi giocare se hai 21 anni. Questo mi ha piuttosto demoralizzato, considerando che erano solo i primi 10 minuti che giravo per le strade di Las Vegas.
La cosa che mi fa frullare le balle e che io potrei tranquillamente giocare d’azzardo negli USA. Questo e’ legale al 100% per gli over 18, ma in Las Vegas tutto e’ differente. Considerando che ci sono tante belle ragazzine in costume che servono alcoholici gratis ai giocatori e considerando che negli USA puoi bere solo se sei maggiorenne ossia se hai 21 anni, e’ vientata l’entrata nel casino da parte del minorenne. Quindi, diciamo che io non sarei potuto entrare per il gioco, ma per il bere.
In ogni modo, dopo aver aspettato Bedo fuori dal casino per una decina di minuti abbiamo deciso di salire in camera, cambiarci e quindi andare a mangiare da qualche parte in DownTown. Io per apparire un attimino piu’ vecchio, mi sono vestito jeans & camicia e ho provato a tirarmi via il piercing senza successo essendo impossbile da svitare. Abbiamo fatto un giro in Fremont Street, essendo pieno di Casino che servono buffet a prezzi super ragionevoli date le ovvie scarse entrate di denaro giornaliere…Dopo aver finito di mangiare, ci siamo presi su, carichi e belli gasati, per giocare d’azzardo fino all’alba.
Io ho giocato la prima volta rosso-nero roulette: 50% vinci 50% perdi, raddoppia la puntata finche’ non vinci.. facile no?!? se hai tanti tanti soldi e tempo da sprecare puoi svagilare un casino. In ogni modo io non ho tanti tanti soldi quindi non svaligio un bel niente, cominciando la mia puntata con 20$ sul ROSSO.
Prima di me, Elif e Patricia avevano perso 10$ a testa sul ROSSO: dovevo assolutamente vendicarle!
Ok, lancio della pallina da parte del croupier e via con la tensione che piano piano sale, mentre la velocita’ della pallina piano piano scede. Il momento si extasy del giocatore d’azzardo e’ assolutamente il momento in cui la pallina comincia a rimbalzare sui bordi tra un numero e l’altro. In ogni modo, prima uscita: NERO. Ok quindi, senza pensarci due volte, ho puntato 40$: ROSSO. Quindi dopo una estenuante attensa di 40 secondi convinto e preoccupato di aver perso 60$ dopo due minuti, ecco che la pallina si ferma sul colore tanto atteso: ROSSO. Ok, Francesco ha incassato i suoi primi 20$ a Las Vegas, anzi 25$ … yeah!!! Il croupier mi lascia una chip da 5$ extra per sbaglio. Questa me la sono tenuta come porta fortuna e ricordo di Las Vegas: Chip da 5$ dal Casino “Welcome to the Fremont”.
Dopodiche’ ci siamo continuati a spostare di casino in casino giocando e per quanto riguarda il sottoscritto, ho continuato a giocare sulla roulette non avendo nessun tipo di problema d’eta’.
Arrivata la mezzanotte la situazione generale era questa:
Il Californiano: +40$
Bedo: +30$
Elif: +0
Patricia: -50$
_______________
Casino: -20$
Quindi dopo un paio di puntate e lo spettacolare show di mezzanotte, abbiamo deciso di andare un po’ sulla “the Strip”, che sarebbe la strada principale dove si affacciano tutti gli hotel piu’ spettacolari e costosi di Las Vegas. Patricia ha voluto salire in camera a dormire, essendo piuttosto demoralizzata dalle sue giocate fin’ora non troppo azzeccate.
Il primo Casino in qui ci siamo fermati e’ lo stiloso Paris. Uno degli ultimi costruiti in Las Vegas ed uno dei piu’ bizzarri ed originali. Quando entri dentro, ti sembra di essere lungo le strade parigine e questo e’ cosi’ reale che ho realizzato dopo una decina di minuti che eravamo dentro un casino e non all’aria aperta. Dopo aver percorso questo finto viale, arrivi in una sorta di piazza centrale dove si svilluppa il casino. La trovata di far sembrare il tutto all’aperto e’ geniale: il giocatore d’azzardo continua a giocare senza rendersi conto del tempo, avendo sempre l’impressione che sia pieno giorno.Qui, io e Bedo abbiamo guadagnato 10$ a testa e poi abbiamo cambiato casino passando al Caesars (Per la cronaca, abbiamo puntato sempre sul ROSSO).
La particolarita’ di quest’hotel e che e’ colossale. Quest’Hotel e’ in puro stile romanico, ricco di statue di marmo e gigantesche colonne. Qui non abbiamo giocato, ma in compenso abbiamo parlato con un paio di ragazzi per piu’ o meno un paio d’ore. Inizialmente, questi ragazzi erano stati attirati dalla mia rommate Elif che stava giocando alla slot mentre io e Bedo stavamo decidendo su cosa puntare alla roulette. Dopo aver visto cosa stava succedendo abbiamo raggiunto Elif per evitare che venisse importunata. Quindi una volta arrivati, dopo esserci presentati, abbiamo cominciato a parlare e parlare e parlare. Erano sicuramente ubriachi, come la maggior parte degli individui che trovi in un Casino a Las Vegas, ma erano davvero simpatici ed amichevoli. Questi, hanno provato, senza successo, ad invitarci ad un party con idromassaggio e quant’altro completamente gratis. Ovviamente Bedo ed Elif, se non fosse stato per me, sarebbero sicuramente andati con questi due completi sconosciuti, ma io che delle persone non mi fido troppo, li ho cortesemente ringraziati posticipando se era possibile al giorno dopo. Oh, magari ho perso la possibilita’ di divertirmi come un matto, ma per me il gioco non ne valeva la candela: non avevo la minima idea di chi fossero e da dove venissero. Siamo rimasti a parlare con questi due ragazzi fino alle 2 di notte dopodiche’ abbiamo deciso di tornare a casa, essendo tutto questo sufficiente per essere stato solo primo giorno.
Il giorno dopo sono stato il primo a svegliarmi e senza aspettare i ragazzi sono uscito a fare colazione avvertendo di chiamarmi una volta pronti per uscire insieme. Sono uscito dall’Hotel “Plaza” e quindi dopo aver fatto colazione in Starbucks sono andato un po’ in esplorazione.
Dopo aver guardato paccottiglia del tipo posacenere from Las Vegas, cappellini con la sfigatissima scritta “Texas Hold ’em – Nevada” o la serie infinita di portachiavi portafortuna con una Chip attaccata in uno stupido negozietto, e’ finalmente arrivata la chiamata di Bedo per dirmi che erano pronti, quindi ritornato all’hotel.
Di mattina siamo rimasti in DownTown. Dopo aver accompagnato i ragazzi a fare colazione, io e Bedo siamo rimasti a giocare per un’oretta incassando 15$ a testa alla roulette, puntando i primi 5$ a testa sul ROSSO e poi la vincita, ossia 10$ a testa sul NERO, quadruplicando in nostri 5$.
Dopo questa breve giocata, abbiamo deciso di andare sulle montagne russe dell’hotel Stratosphere sulla “the strip”. Questo ci ha rubato praticamente tutto il pomeriggio, dovendoci sorbire una coda totale di piu’ o meno 3 ore per un paio di giri. Il primo, consisteva nel salire su un braccio meccanico, che dopo essersi sporto nel vuoto ha cominciato a girare ad una velocita’ piuttosto adrenalinica per piu’ o meno 5 minuti. Il secondo, consisteva nell’essere proiettati ad una velocita’ assurda (senza essere avvisati) verso l’alto, per poi scendere al doppio della velocita’ di gravita’ per un totale di 3 sali e scendi: sicuramente il migliore tra i due.
Arrivate le 7 di sera siamo andati a mangiare qualcosa in Burger King per poi tornare all’hotel. Ci siamo fatti la doccia, ci siamo cambiati e poi io e Bedo siamo andati per l’ennesima volta a giocare nel casino interno al nostro hotel, mentre le ragazze sono volute restare in camera per un paio d’orette essendo esauste.
Uno dei detti piu’ vecchi al mondo: “Finche’ stai vincendo, se puoi, esci dal gioco”: saggissime parole.
Situazione generale prima di giocare:
Il Californiano: +65$
Bedo: +80$
Elif: -20$
Patricia: -100$
_______________
Casino: -35$
Bedo ha voluto cominciare a giocare a 21 ossia BlackJack: ha perso i primi 30$ dopo 10 minuti. Guardate, potrei anche dire che non sono stati spesi poi cosi male. La dealer era una tale pezza di gnocca, ovviamente “nuda”, che in qualche modo, non so come, ti anestetizza l’uscita di denaro dalle tasche.
dal BlackJack, siamo passati alla roulette e qui Bedo ha cambiato un cinquantone. Dopo aver perso la prima puntata, ho deciso di mettere 20 dei miei $ sullo stesso colore ovviamente vincendo. Ok, quindi do’ la mia chip fortunata a Bedo e salgo in camera per posare la videocamera ed andare al cesso. Prima di uscire annucio di aver vinto per l’ennesima volta, quindi Patricia mi dice di giocare per lei 20$ assumendosi ovviamente al 100% la responsabilita’ dell’esito della mia giocata. Ok, scendo raggiungendo Bedo e vedo che ha quasi perso tutto. Dopo un paio di puntate finisce le chips (si era scordato che c’era la mia vincita di 2o$ in mezzo, ma fa niente considerando che erano soldi caduti dal cielo). Bedo, prende un’altro cinquantone e lo punta sullo stesso colore: NERO. Il tabellone delle uscire, indicava che le ultime 7 uscire erano ROSSO: il NERO doveva uscire. Cosa esce?! ROSSO ancora, per l’8° volta! Quindi spaventato, ma nello stesso tempo piuttosto incazzato, Bedo tira fuori 100$ e potete immaginare dove li punta: NERO. Guardo la roulette sperando ovviamente in un NERO per Bedo. I soldi stavano diventando troppo grossi per essere le le 7.40 di sera. Avevamo ancora parecchio tempo da stare in Las Vegas e possono essere 10 i secondi sufficienti per perdere una bella somma. 9° uscita: ROSSO. Quindi Bedo, sbiancato, quasi morto, prende 2 centoni e li mette sul tavolo e li punta sul NERO. Quindi, essendo per me troppo stressante rimanere li, mi allontano guardando il cartellone delle uscite. Dopo un minuto vedo Bedo che si avvicina e mi dice “Man, I lost everything..”, e successivamente il 10° rosso che viene messo a schermo sul tabellone dei risultati.
Lo accompagno fuori per prendere una boccata d’aria e dopo essersi fumato tre sigarette, si consola dicendo “This is the risk of the gambler. You should know before play that you can lose everything. You should be ready..”. Dopo una mezzoretta, mi ricordo di aver i soldi di Patricia quindi chiedo a Bedo se gli scoccia giocare a gratis e quindi andiamo nel primo casino piu’ vicino.
Bedo decide di giocare al suo modo, uscendone vincente con 10$ in piu’. Poi essendo io quello che doveva giocare per Patricia, lancio la mia chip fortunata che dice NERO. Punto tutto sul nero: raddoppio. Ora ci troviamo con 40$ in piu’ da portare a Patricia. Facciamo per uscire dal casino, ma poi cambio idea e penso sia meglio puntare il tutto per tutto l’ultima volta. Se perdiamo sono -60$ (-20$ effettivi per lei), che in definitiva e’ quello che si aspetta, se vinciamo le portiamo indietro 120$ e questo coprirebbe tutte le sue perdite.
Ok, lancio la mia chip fortunata: la chip dice NERO. insieme ai suoi 60$ dollari, decido di metterne altri 20 miei. La roulette dice NERO. Quanto e’ crudele il destino. da 20$ ne abbiamo fatti fruttare 120$ e dal punta e raddoppia di Bedo per vincerne 20 ne ha persi 400.
Quindi dopo aver fatto quasi svenire Patricia dandole indietro i suoi 120$, siamo andati sulla “the strip” per visitare altri lussuosi casino.
Abbiamo visitato il “Luxor”, caratterizzata dalla forma a piramite e dallo stile egiziano all’interno del casino. Qui ho deciso di puntare il tutto per tutto (ossia tutto quello che avevo vinto fin’ora) sul ROSSO. Ovviamente, come poteva essere prevedibile ho perso tutto, andando a profitto zero. Per consolarmi, Elif mi ha preso un martini bianco, benvendo cosi’ la prima bevanda alcoholica in una locale pubblico negli USA.. Nice!!!
Quindi, dal “Luxor” siamo passati all’ “Excalibur”, famoso Hotel & Casino per avere le sembianze di un castello fatto di lego. Qui, Patricia ha perso 20$ alla roulette. Verso le 3 di notte abbiamo deciso di tornare a casa e questa e’ stata la situazione generale:
Il Californiano: +0$
Bedo: -350$
Elif: -20$
Patricia: -10$
_______________
Casino: +380$
Il giorno dopo ci siamo alzati, quindi siamo andati a pranzare e dopo aver gironzolato un po’ di qua e di la’ a comprare ricordini per i famigliari ci siamo recati verso la macchina per tornare a casa.
Una delle cose sicuramente piu’ uniche di Las Vegas e che il tuo umore ha degli sbalzi allucinanti. Ti puoi sentire veramente felice con l’adrenalina a mille come ti puoi sentire davvero dimmerda con la voglia di ucciderti. E’ una di quelle citta’ dove apparentemente e’ sempre festa ed e’ questo che ti induce a giocare e riprovare e riprovare fino a perdere l’ultimo centesino che hai in tasca. L’attrazione e’ davvero forte, che tu lo voglia o no.
In definitiva e’ stata una vacanza davvero piacevole e se devo essere sincero non ho rimpianti, considerato che ero partito con l’idea di non spendere piu’ di 100$ per giocare ed in definitiva non ne ho spesi per nulla.
Alquanto lunatico. Che si adatta facilmente. Rompi palle il più delle volte.. Ma altre volte simpatico e spiritoso. Vivo nell'impulsività e nell'autoanalisi. Penso di essere abbastanza furbo ma molte volte mi cotraddico. Comunque vi presento il blog di ciò che penserò, proverò, vedrò e imparerò a San Diego.